domenica 2 dicembre 2007

La Fantascienza italiana è inferiore a quella anglosassone?

Eccomi qui. Essendo un appassionato di fantascienza e fantasy, ho letto parecchi libri del genere. Fino ad alcuni anni fa, scovare in libreria un libro di questo genere scritto da un autore italiano, era impresa quasi impossibile. Oggi effettivamente qualcosa è cambiato. E' sempre necessario un certo impegno nella ricerca, ma si raggiunge il risultato con una certa facilità.

Da lettore, non trovo i romanzi italiani inferiori a quelli di autore anglosassone. Spesso mi è capitato di notare che in quelli anglosassoni c'è più azione e meno emozione. Mentre in quelli italiani l'approfondimento sui personaggi, le loro sensazioni, forse è maggiore rispetto all'azione. Questo però può essere solo una mia sensazione. O forse ho casualmente letto romanzi simili da questo puntop di vista.

La domanda più assillante che mi pongo però è questa: Ammettiamo pure che l'editoria preferisce i nomi anglofoni, perché tendono a vendere di più e a essere associati più facilmente ad un romanzo fantasy o di fantascienza. La stessa cosa avviene anche per la musica rock. Sappiamo che il bacino dei lettori di questo genere, in Italia, è limitato. Di contro, per esempio, il bacino americano è numericamente sterminato, in confronto. Cosa spinge una casa editrice a tradurre un'opera dall'inglese all'italiano (operazione che ha un costo), per proporre un romanzo in un paese dove, visto il limitato bacino d'utenza, il guadagno ha un tetto massimo molto basso?
Al contrario, cosa spinge la stessa casa editrice a non tradurre un romanzo dall'italiano all'inglese (operazione che ha lo stesso costo della precedente), per proporre un romanzo ad un bacino d'utenza nel quale il tetto massimo di guadagno è enorme? Inoltre, anche un mezzo fallimento in quel mercato assicura apparentemente un buon guadagno, superiore a quello che si può sperare in Italia.

Ovviamente queste sono considerazioni personali espresse, per altro, sulla base di altrettanto personali sensazioni e elucubrazioni. Quindi aspetto con ansia la vostra opinione sull'argomento.

mercoledì 28 novembre 2007

"Appena nato". Il blog, intendo.

Eccomi qui. Due settimane dopo il mio primo post, sul blog di un amico, apro il mio primo blog. Abbiate pazienza per la scarsità dei contenuti. E' solo un problema temporaneo, spero.

In ogni caso, questo blog, vuole essere una locanda in mezzo alla bufera del caos generle, per tutte quelle persone che amano scrivere, amano leggere o amerebbero scrivere e amerebbero leggere. Qui potrete dire la vostra, sempre nel rispetto della dignità altrui, delle leggi, e dell'educazione. E' bello potersi confrontare con altre persone su tutto quello che fa parte del mondo del libro e della scrittura in genere. Chiedere consigli o elargirne.

Il titolo del blog non è un errore. La parola "esordiente" non è casuale. Già. Perché io non so se inizierò ad emergere. Per ora ho solo sentito lo starter ai blocchi di partenza, dato che ho cominciato a scrivere solo qualche mese fa. Ovviamente se non teniamo conto di qualche sms (pure corto, pieno di abbreviazioni personli, e mal scritto).

Se avete idee, suggerimenti, o vi interessa discutere di un aspetto particolare di una vostra esperienza, o idea, non esitate a postare. Grazie e a presto. IL BASS